Ecco per noi, il primo articolo di Agnese Festo psicologa in formazione.
Bambini aggressivi: come genitori cosa si può fare?
In che modo si manifesta l’aggressività nei bambini? Come genitori cosa si può fare? Perchè i bambini sviluppano comportamenti aggressivi? Da dove derivano le manifestazioni di aggressività? Come fare per prevenire reazioni violente nei figli?
Tra i 4 e i 18 anni, circa il 10% dei bambini presenta un’aggressività più o meno marcata. A Berlino sono stati intervistati oltre 3000 ragazzi: il 18% di loro ha riferito di aver subito aggressioni fisiche, rapine o abusi sessuali.
Le manifestazioni aggressive, che in età prescolare non sembrano differire per il genere, in seguito risultano due o tre volte più frequenti nei maschi rispetto alle femmine. Fra i bambini l’aggressività è diretta e fisica ed è legata al bisogno di dominanza all’interno del gruppo, mentre nelle bambine e nelle ragazze si manifesta in modo coperto e indiretto con la manipolazione dei rapporti. Inoltre, mentre fra i bambini più piccoli gli impulsi aggressivi si manifestano per lo più in attacchi di rabbia incontrollata come risposta ad una provocazione o minaccia, fra i ragazzi più grandi esiste una forma proattiva di aggressività finalizzata al controllo e al vantaggio immediato.
Un fattore di rischio molto importante per lo sviluppo di comportamenti aggressivi è lo scarso interesse dei genitori per la vita quotidiana dei figli, a cui si aggiunge l’insicurezza sulle questioni educative che porta ad atteggiamenti incoerenti e regole incerte e indefinite. È fondamentale che i genitori diano l’esempio di un comportamento misurato, che miri a ragionevoli compromessi. L’aggressione non deve in nessun caso essere tollerata e quindi involontariamente rinforzata e i metodi disciplinari duri devono lasciare posto a stili educativi democratici e comunicativi.
Quindi in pratica, cosa fare? Gli interventi possibili in caso di aggressività sono molteplici, fra questi sottolineiamo la rilevanza di attività di gioco strutturate che promuovano empatia, abilità sociali e rafforzino l’autostima, lo spostamento da un sistema di punizioni ad uno di ricompense che sposti l’attenzione a cosa i bambini fanno di buono piuttosto che enfatizzare cosa sbagliano. È importante inoltre che i genitori si occupino positivamente della vita quotidiano del bambino partecipando alle sue attività, e che favoriscano abitudini alimentari e sonno regolari al fine di promuovere un adattamento flessibile a situazioni nuove. Sono importanti un rapporto di confidenza, affetto, comunicazione, sostegno ed empatia con almeno un genitore e ricchi contatti con adulti al di fuori della famiglia e con coetanei che non abbiano condotte irregolari.
Il comportamento aggressivo di alcuni bambini causa la sofferenza in altri e rappresenta un indicatore importante di difficoltà nel percorso di crescita. La tendenza a sviluppare tali modalità di comportamento può essere individuata e contenuta in periodi molto precoci. Il successo dell’intervento dipende dalla tempestività con cui si realizza, dalla flessibilità nell’applicare il trattamento più indicato al singolo e al suo nucleo familiare e possibilmente nel promuovere alcune abilità prima che le tendenze a comportamenti problematici diventino problemi manifesti.
Agnese Festo - Psicologa in formazione
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...nella mia ignoranza ed ingenuità.... Cercare di non esser aggressivi per non far divenire tale anche i nostri figli?
RispondiEliminaCara Ilaria, hai centrato il punto. I nostri bambini imparano tanto osservando i genitori. Se lo stile educativo autoritario ed aggressivo diventa un’abitudine, i piccoli assumono in automatico che lo schema “aggressività” è corretto ed utile al fine di ottenere ciò che si vuole e lo applicano nelle loro sfide quotidiane.
EliminaGrazie, mi serviva leggere per un mio piccolo alunno, l'articolo mi ha confermato che il sistema premiante è più efficace che il sistema sanzionatorio.
RispondiEliminaDaniela, è proprio così. Una risposta premiante alle “buone azioni” dei bambini, unita ad un approccio comunicativo è il sistema migliore. Continui e ripetuti punizioni e rimproveri portano all’assuefazione al rinforzo e quindi all’inefficacia dell’intervento; se la risposta delle figure di riferimento ad azioni buone o cattive è in ogni caso negativa il bambino inizierà ad agire senza considerare le conseguenze.
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