Marina Iuele ha scritto: No, e sul pof, che io sappia, non vengono specificate note di questo genere. Fa parte del diritto/dovere dell'insegnante programmare le attività come ritiene sia meglio (lezioni, interrogazioni, verifiche)
Nina Virzì ha scritto: io penso proprio di no! Ma io non credo molto nelle verifiche, nel senso che, in classe si verifica quotidianamente, attraverso le conversazioni, il lavoro che si svolge, ecc.
I bambini che studiano, quelli che seguono e quelli che si impegnano evidenziano sempre se hanno appreso o no.
Sergio Fenizia ha scritto: Secondo me non è necessario avvisarli prima. In determinati casi l'insegnante può ritenere utile farlo in vista di uno scopo specifico.
Condivido anche ciò che scrive Nina Virzì "in classe si verifica quotidianamente, attraverso le conversazioni, il lavoro che si svolge, ecc.".
Concettina Petta ha scritto: Condivido. Inoltre le verifiche mettono in uno stato d'ansia i bambini che nn sempre risultano veritiere
Sergio Fenizia ha scritto: Effettivamente, per gli alunni un po' ansiosi forse è preferibile che non sappiano con eccessivo anticipo della prova, però è opportuno tenere presente che il carattere va educato e che, quindi, ogni alunno va aiutato a saper gestire le proprie emozioni, facendogli affontare le difficoltà e non eliminandole.
Maurizio Rodegheri ha scritto: Anch'io penso che in classe si verifichi quotidianamente il lavoro svolto, tuttavia è opportuno che gli alunni siano a conoscenza dei momenti in cui si svolgono le prove di verifica: si tratta di essere chiari anche nei loro confronti...
Sergio Fenizia ha scritto: Maurizio Rodegheri dice bene: "è opportuno che gli alunni siano a conoscenza dei momenti in cui si svolgono le prove di verifica". Aggiungerei che è bene che si abituino alle verifiche, come a qualche cosa di abituale, che serve innanzi tutto a loro stessi per conoscersi meglio.
Carmina Ielpo ha scritto: Condivido il pensiero di Sergio e Maurizio. I bambini sin dalla scuola elementare devono abituarsi alle verifiche. Non ritengo che si debba avvisare i genitori, è una metodologia di lavoro e come tale è una scelta del docente (teniamocela stretta!!!) Dobbiamo abituarli al valore della verifica oggettiva. Senza esprimere pareri personali, mi rifaccio a ciò che è la mia esperienza. Lo scorso anno i miei alunni di seconda hanno fatto le prove invalsi. Bene, alcuni di loro hanno reso meno perchè si sono fatti prendere dal panico. Li abbiamo fatti esercitare ma, quando hanno visto l'altra maestra che doveva somministrare i test, hanno avuto paura di non riuscire bene.
Grazia Scardaci ha scritto: La verifica oggettiva è giornaliera perché ti accorgi dai lavori corretti se l'argomento è stato compreso con chiarezza o con qualche incertezza. La verifica "istituzionale" è una prova programmata e di sintesi ... se hanno capito risolvono alla grande, se hanno incertezze durante la verifica oggettiva possono migliorare l'acquisizione dell'item. I genitori non devono interferire sulle prove "istituzionali" ma possono intervenire su quelle oggettive. Non c'è ansia se si studia e questo lo può benissimo fare il bambino in autonomia. Non è il caso d'avvertire prima!
Sergio Fenizia ha scritto: Ciò che dice Carmina evidenzia un ambito educativo da non trascurare. Non ci si può accontentare del fatto che gli alunni rispondano bene in condizioni favorevoli, o a domande che richiedano risposte meccaniche, ecc.
Da questo punto di vista la stessa "somministrazione" delle prove INVALSI può essere un'opportunità formativa: sono "somministrate" da un docente che non è quello "ordinario" e quasi sempre richiedono all'alunno un vero ragionamento.
Marina Iuele ha scritto: No, e sul pof, che io sappia, non vengono specificate note di questo genere. Fa parte del diritto/dovere dell'insegnante programmare le attività come ritiene sia meglio (lezioni, interrogazioni, verifiche)
Nina Virzì ha scritto: io penso proprio di no! Ma io non credo molto nelle verifiche, nel senso che, in classe si verifica quotidianamente, attraverso le conversazioni, il lavoro che si svolge, ecc.
I bambini che studiano, quelli che seguono e quelli che si impegnano evidenziano sempre se hanno appreso o no.
Sergio Fenizia ha scritto: Secondo me non è necessario avvisarli prima. In determinati casi l'insegnante può ritenere utile farlo in vista di uno scopo specifico.
Condivido anche ciò che scrive Nina Virzì "in classe si verifica quotidianamente, attraverso le conversazioni, il lavoro che si svolge, ecc.".
Nina Virzì ha scritto: io penso proprio di no! Ma io non credo molto nelle verifiche, nel senso che, in classe si verifica quotidianamente, attraverso le conversazioni, il lavoro che si svolge, ecc.
I bambini che studiano, quelli che seguono e quelli che si impegnano evidenziano sempre se hanno appreso o no.
Sergio Fenizia ha scritto: Secondo me non è necessario avvisarli prima. In determinati casi l'insegnante può ritenere utile farlo in vista di uno scopo specifico.
Condivido anche ciò che scrive Nina Virzì "in classe si verifica quotidianamente, attraverso le conversazioni, il lavoro che si svolge, ecc.".
Concettina Petta ha scritto: Condivido. Inoltre le verifiche mettono in uno stato d'ansia i bambini che nn sempre risultano veritiere
Sergio Fenizia ha scritto: Effettivamente, per gli alunni un po' ansiosi forse è preferibile che non sappiano con eccessivo anticipo della prova, però è opportuno tenere presente che il carattere va educato e che, quindi, ogni alunno va aiutato a saper gestire le proprie emozioni, facendogli affontare le difficoltà e non eliminandole.
Maurizio Rodegheri ha scritto: Anch'io penso che in classe si verifichi quotidianamente il lavoro svolto, tuttavia è opportuno che gli alunni siano a conoscenza dei momenti in cui si svolgono le prove di verifica: si tratta di essere chiari anche nei loro confronti...
Sergio Fenizia ha scritto: Maurizio Rodegheri dice bene: "è opportuno che gli alunni siano a conoscenza dei momenti in cui si svolgono le prove di verifica". Aggiungerei che è bene che si abituino alle verifiche, come a qualche cosa di abituale, che serve innanzi tutto a loro stessi per conoscersi meglio.
Carmina Ielpo ha scritto: Condivido il pensiero di Sergio e Maurizio. I bambini sin dalla scuola elementare devono abituarsi alle verifiche. Non ritengo che si debba avvisare i genitori, è una metodologia di lavoro e come tale è una scelta del docente (teniamocela stretta!!!) Dobbiamo abituarli al valore della verifica oggettiva. Senza esprimere pareri personali, mi rifaccio a ciò che è la mia esperienza. Lo scorso anno i miei alunni di seconda hanno fatto le prove invalsi. Bene, alcuni di loro hanno reso meno perchè si sono fatti prendere dal panico. Li abbiamo fatti esercitare ma, quando hanno visto l'altra maestra che doveva somministrare i test, hanno avuto paura di non riuscire bene.
Carmina Ielpo ha scritto: Condivido il pensiero di Sergio e Maurizio. I bambini sin dalla scuola elementare devono abituarsi alle verifiche. Non ritengo che si debba avvisare i genitori, è una metodologia di lavoro e come tale è una scelta del docente (teniamocela stretta!!!) Dobbiamo abituarli al valore della verifica oggettiva. Senza esprimere pareri personali, mi rifaccio a ciò che è la mia esperienza. Lo scorso anno i miei alunni di seconda hanno fatto le prove invalsi. Bene, alcuni di loro hanno reso meno perchè si sono fatti prendere dal panico. Li abbiamo fatti esercitare ma, quando hanno visto l'altra maestra che doveva somministrare i test, hanno avuto paura di non riuscire bene.
Grazia Scardaci ha scritto: La verifica oggettiva è giornaliera perché ti accorgi dai lavori corretti se l'argomento è stato compreso con chiarezza o con qualche incertezza. La verifica "istituzionale" è una prova programmata e di sintesi ... se hanno capito risolvono alla grande, se hanno incertezze durante la verifica oggettiva possono migliorare l'acquisizione dell'item. I genitori non devono interferire sulle prove "istituzionali" ma possono intervenire su quelle oggettive. Non c'è ansia se si studia e questo lo può benissimo fare il bambino in autonomia. Non è il caso d'avvertire prima!
Sergio Fenizia ha scritto: Ciò che dice Carmina evidenzia un ambito educativo da non trascurare. Non ci si può accontentare del fatto che gli alunni rispondano bene in condizioni favorevoli, o a domande che richiedano risposte meccaniche, ecc.
Da questo punto di vista la stessa "somministrazione" delle prove INVALSI può essere un'opportunità formativa: sono "somministrate" da un docente che non è quello "ordinario" e quasi sempre richiedono all'alunno un vero ragionamento.
Da questo punto di vista la stessa "somministrazione" delle prove INVALSI può essere un'opportunità formativa: sono "somministrate" da un docente che non è quello "ordinario" e quasi sempre richiedono all'alunno un vero ragionamento.
Silvia Cremonesi ha scritto: non credo ci sia una specifica normativa a proposito, va secondo il nostro buon senso. Io di solito avviso sempre qualche giorno prima i bambini, senza entrare nei dettagli riguardo i contenuti della verifica. In questo modo do la possibilità anche a chi è più in difficoltà di prepararsi adeguatamente. Poi magari non serve a molto, comunque. Le verfiche "a sorpresa" le faccio solo in casi estremi e motivo queste scelte dicendo che comunque si deve essere "educati" e abituati anche agli "imprevisti". In fondo si viene a scuola anche per questo.
Rosanna Martini ha scritto: certo, ma è un aspetto organizzativo e di metodo personale, infatti.... per es. le interrogazioni non le programmo mai...
I pareri dei genitori:
Roberta Bozzetto ha scritto: SECONDO ME NO, NON ANDREBBERO AVVISATI.ALTRIMENTI CHE VERIFICA SAREBBE????
Patrizia Luciano ha scritto: e' meglio non avvisare nessuno ....si risparmia ansia inutile .....sopratutto per i bimbi....
Cristina Molinaroli ha scritto: Quando mia figlia frequentava la scuola primaria le insegnanti non hanno mai avvisato ed io, sinceramente, all'epoca non mi sono mai posta la questione. Ritengo che sia giusto così. Consiglio caldamente ai genitori che hanno sollevato questo dilemma di vivere con serenità il presente nel rispetto soprattutto dei loro bambini che hanno bisogno di affrontare tutto senza troppe ansie o aspettative. Se la "verifica" andrà male varrà come esperienza negativa e di sicuro ne terranno conto. Facciamogli vivere anche le situazioni negative, sarà parte del loro bagaglio. Un saluto a tutti i bimbi!!!
Deborah Rizzo ha scritto: no perché si sa che la verifica fa parte della giornata scolastica serve a sapere Alle insegnanti e agli alunni..
come insegnante da vent'anni cerco di far comprendere prima alle famiglie e poi agli alunni la modalità della verifica e il suo valore...da anni cerco di far vivere questo momento come un'abitudine della prassi scolastica e non come una prova fine a se stessa... un anno è lungo e sono tanti e diversi i possibili rendimenti dovuti a esperienze di vita diverse.. basta che un bambino non abbia dormito alla notte e la verifica potrebbe diventare un boomerang negativo; per questo sono contrario alle valutazioni in decimi che sono in uso nella nostra scuola.
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