Un altro interessante articolo da leggere molto attentamente di Agnese Festo, psicologa in formazione,
spesso questi particolari ci sfuggono, ma e' opportuno osservare i bambini per capire i loro disagi.
“CIBO-AFFETTO-MESSAGGIO”: i disturbi alimentari nei più piccoli
Si può parlare di disturbi alimentari nei bambini? Da cosa scaturiscono i disordini dell’alimentazione nei più piccoli? Quali sono i fattori di rischio? Come è possibile verificarne l’insorgenza? Cosa possiamo fare come genitori per prevenire o curare tali disturbi?
Si parla spesso di disturbi alimentari negli adolescenti e nei giovani, ma numerosi studi confermano che oggigiorno i disordini nell’alimentazione stanno diventando molto frequenti anche fra i più piccoli. Alcuni studiosi sostengono che il
controllo del cibo può essere uno dei primi strumenti che i bambini, soprattutto sotto i 3 anni, utilizzano per
dimostrare qualunque sorta di disagio.
I disturbi alimentari dei bambini sono di
difficile individuazione e diagnosi; secondo le statistiche al primo posto troviamo l’obesità, seguita da disturbo di alimentazione selettiva, fobia del cibo, alimentazione restrittiva, rifiuto pervasivo del cibo e iperalimentazione compulsiva.
Ciò che sembra accomunare l’insorgenza di tali squilibri è una difficoltà a livello relazionale ed affettivo. La bizzarria, la selettività, la rigidità alimentare e il rifiuto del cibo sono espressioni diverse di una possibile
disarmonia della sfera affettiva del bambino, hanno il valore di messaggio e fanno dell’atto nutritivo una prima forma di comunicazione legata alla dimensione emotiva che caratterizza la relazione del bambino con l’ambiente familiare.
Particolare attenzione va posta al fenomeno dell’
obesità che risulta strettamente legata allo stress. Alti livelli di stress nei genitori sembrano essere causa, infatti, di un maggior rischio per i figli di essere obesi ed avere comportamenti alimentare scorretti. Tra i fattori di stress dei genitori ci sono la cattiva salute fisica e mentale, i problemi finanziari e l’essere a capo di una famiglia monoparentale, tensioni che vengono percepite ed interpretate dai piccoli e che causano disagio, il quale può manifestarsi nel consumo eccessivo e compulsivo di cibo.
Come genitori, quindi,
cosa possiamo fare per prevenire e curare i disturbi alimentari?
In primo luogo è necessaria una
sensibilizzazione riguardo a questo tema; l’interpretazione che i genitori danno del rifiuto o della selettività del cibo da parte del bambino è spesso legata al capriccio o all’ostilità del figlio verso di essi. In realtà, come abbiamo sottolineato, il disordine nasconde spesso qualcosa di profondo, un disagio, una manifestazione di uno squilibrio relazionale che trova sfogo nel controllo dell’alimentazione. Quindi è necessario che il genitore osservi con attenzione le abitudini e le modalità di assunzione del cibo e ascolti il proprio bambino, sintonizzi le proprie emozioni con quelle del figlio per percepire le cause più profonde del suo comportamento.
Se, nonostante l’individuazione di un disagio alla base del comportamento alimentare scorretto il disturbo persiste, è necessario
consultare un esperto che aiuti il genitore ad intervenire nel modo adeguato.
Agnese Festo - Psicologa in formazione
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