mercoledì 30 ottobre 2013
Autunno: decorazione naturale !
Dopo una bella e lunga passeggiata, approfittando ancora di questo tiepido sole che ci sta accompagnando in questo inizio di autunno, siamo tornati a casa con un bel bottino:
Quanti bei colori, abbiamo anche aggiunto una buccia di arancia e adesso proviamo a realizzare una decorazione con un po' di spago. Marco infila le bucce di arancia a cui io avevo fatto un buchetto con le forbici. Poi tenta di annodare lo spago alle foglie e alle pigne, ma non sempre ci riesce e così ci penso io a fare i nodi:
La nostra decorazione è pronta e il risultato a noi è piaciuto molto, infatti abbiamo deciso di metterla dietro la porta d'ingresso di casa, in modo che fosse visibile a tutti e nessuno potesse ignorarla:
lunedì 28 ottobre 2013
Riconoscere i nidi di qualità
Altro articolo molto attuale e interessante della dott.ssa Eleonora Pellegrini, come fare a riconoscere un nido di qualità a cui affidare i nostri bambini ?
Riconoscere
i nidi di qualità
Le
coppie che iscrivono i figli al nido in genere selezionano la
struttura che più infonde fiducia: le educatrici, la bellezza degli
spazi, la presenza o meno della mensa, le tariffe. Sono aspetti molto
utili per valutare l’ambiente dove verrà inserito il bambino, ma
spesso il genitore senza esperienza non considera che ci sono anche
altri aspetti indice di qualità delle strutture. Diventa utile a
questo punto valutare molteplici fattori. Uno degli indici del
benessere dei bambini è la documentazione fotografica presente al
nido e resa pubblica alla portata e vista di tutti: da lì si
capiscono le attività svolte dai bambini: un nido senza documentazione
fotografica non è indice di qualità. Cosa fanno i bambini? Come
trascorrono le loro mattine? Quali sono le attività? Che materiali
utilizzano? Spesso non ci pensiamo, tuttavia si raccolgono tantissime
informazioni dalla documentazione. Un altro indice di benessere che è
possibile chiedere è la giornata tipo: l’organizzazione delle
varie attività, dai vari giochi, ai laboratori, al pranzo, alla
pulizia. Molto importante è inoltre l’inserimento: un inserimento
troppo veloce o rigidamente strutturato non è indice di qualità..si
seguono i tempi dei bambini e i piccoli hanno tempi e modalità
diverse per fare l’inserimento che non sarà uguale per i bambini
che sono abituati a stare con altri e per quelli che non hanno mai
lasciato i genitori. Utilissima è inoltre una valutazione dei
rapporti numerici educatore-bambino e dei numeri dei gruppi. Infine,
cosa da non sottovalutare, anche le tariffe. Attenzione alle tariffe
troppo ridotte: i costi per le gestioni dei nido sono alti, causa il
rapporto numerico educatore-bambino, i corsi che le educatrici sono
obbligate a seguire (haccp, legge 81, pronto soccorso, antincendio),
il rispetto delle norme della sicurezza e della pulizia: è utile
fare una valutazione tenendo conto sì delle risorse economiche a
disposizione, ma considerando anche la qualità dell’ambiente dove
il bambino verrà iscritto.
Dr.ssa Eleonora Pellegrini
psicologa
email: pellegrinieleonora@alice.it
venerdì 25 ottobre 2013
Halloween che paura !
Per Halloween abbiamo deciso di creare il personaggio secondo noi più simpatico: il fantasma.
Come nostro solito siamo partiti da materiali poveri di riciclo, eccoli:
Però una piccola strega ci vuole per il nostro Halloween, così Marco ritaglia un cartamodello, scaricato da internet, che ripropone il vestito da strega, il suo cappello e anche altro, tipo pipistrelli, zucche, ecc. che però non abbiamo utilizzato. Dopo aver ritagliato, lo incolla sul nostro caro rotolo di carta igienica e con un pennarello nero disegna i dettagli:
Adesso ci dedichiamo alla creazione dei nostri fantasmi. Marco prende un bicchiere di plastica e ci disegna con il pennarello nero, degli occhi paurosi, poi strappa delle strisce di carta igienica e con un po' di nastro adesivo attacca le strisce al bicchiere:
Con un sacchetto del pane riciclato, cerchiamo di creare i nostri fantasmi. Marco fa una palla con della plastica trasparente, poi la infila nel sacchetto per fare la testa del fantasma. Con un po' di nastro adesivo, blocchiamo la testa nel sacchetto, poi con il pennarello nero, Marco, colora i particolari del viso:
Per rendere i fantasmi più paurosi, Marco, con le forbici, tagliuzza il loro vestito:
Finito il lavoro, tocca a me, con un po' di spago e nastro adesivo, appendere i nostri fantasmi paurosi !
mercoledì 23 ottobre 2013
Che bello leggere !
Per far appassionare Marco alla lettura, ho condiviso con lui questo libro "Ceschetto figlio della montagna". E' un libro che io lessi quando frequentavo la quinta elementare e che ho custodito gelosamente per tutti questi anni. Ho pensato che il personaggio di Ceschetto, ragazzotto vivace, non tanto portato per lo studio, ma con un grande cuore, potesse colpire l'immaginario di Marco. Certo un libro di altri tempi, ambientato alla fine della seconda guerra mondiale, che forse nessun genitore farebbe leggere al proprio figlio, ma di una moralità e un rispetto altrui molto marcati. Magari se lo rileggerà anche lui in quinta elementare, potrà rendersi conto delle peripezie di questo ragazzo che aiutava i partigiani, addirittura comandati dal suo maestro di scuola.
Sarà che sono una madre antica, infatti lo sono e mi riferisco alla mia età, ma ho proposto a Marco di leggere uno dei classici e mai intramontabile della nostra letteratura: il libro "Cuore".
Prima, per farlo interessare, gli ho fatto vedere alcuni episodi della famosa serie televisiva dove il maestro era interpretato da Jonny Dorelli. Scattata la sua curiosità, abbiamo iniziato a leggerlo insieme, un po' io e un po' lui. Devo ammettere che l'edizione del libro Cuore che avevo io, era davvero antica, c'erano dei termini che non usiamo più e che anche io facevo fatica a capirne il significato, a volte quando toccava a me leggere, e trovavo uno di questi termini, preferivo cambiarlo in uno più comprensivo per Marco. Spesso mi sono ritrovata a pensare che erano davvero altri tempi, perchè oggi abbiamo perso quei valori,quella educazione?
Naturalmente i personaggi preferiti da Marco sono stati: Garrone, De Rossi e inaspettatamente Precossi, quello che aveva il papà ubriaco che lo picchiava e che gli strappò una volta il quaderno di scuola, mettendo in forse l'assegnazione di una medaglia.
Penso che tutti conoscano la storia del libro Cuore e per me è stato molto importante farla conoscere a Marco, chissà forse lo renderà migliore.
lunedì 21 ottobre 2013
Figli delle paure !
Stamattina mi sono imbattuta in questa mail ricevuta dalla newsletter di " Uppa Un pediatra per amico" a cui sono iscritta, che ha sollevato una riflessione in me. Io, infatti, sono una di quelle mamme che si è posta e si pone tante domande sul figlio, tutte derivanti dalle mie paure. Oggi Marco ha sei anni e mezzo, ma spesso mi ritrovo a pensare che se gli avessi dato più fiducia, se avessi abbandonato le mie paure, forse gli avrei garantito una maggiore autonomia, una maggiore maturità. Le nostre ansie, le nostre paure non devono ricadere sui nostri figli, quando dobbiamo prendere una decisione, dalla più banale alla più importante, fermiamoci un attimo a riflettere, bisognerebbe prendere questa abitudine, bisogna imparare a vedere le cose, le situazioni con gli occhi dei nostri figli.
Ecco la mail che ho ricevuto:
"Figli delle paure
Ancora nella pancia: paura che venga malformato, che venga “piccino”, che nasca prematuro o ancor peggio: paura che non ce la faccia! Paura di turbarlo con cattivi pensieri. Paura di un parto che lo faccia soffrire, che lo segni per sempre.
Finalmente è nato: paura che non mangi abbastanza, paura che soffra per le coliche, che si deprima per l’abbandono, per la separazione dal corpo della madre; paura che non si risvegli, ma paura anche che non si addormenti. Paura dei germi, paura degli estranei che lo toccano. Paura che abbia troppo freddo, paura che abbia troppo caldo. Paura di “romperlo”, paura di viziarlo. Paura della ferita ombelicale. Paura di non sentirlo, paura di non capirlo, paura di non gestirlo. Paura della cacca che “... sono tre giorni che non la fa!”.
Comincia a crescere: paura della febbre; paura, terribile, della vaccinazione; paura della tosse, paura del naso chiuso, delle chiazze sulla pelle, della cacca verde. Paura a togliere la poppa, paura che rifiuti le prime pappe, paura delle allergie. Paura degli antibiotici, terrore del cortisone.
Inizia la vita sociale: paura che il ritorno al lavoro della madre lo intristisca, che le nonne che lo prenderanno in cura lo vizino, che la tata lo torturi! Ma paura anche che si ammali e non possa andare al nido. E con il lavoro come si fa?!
Infine adolescente: paura degli amici, paura che si droghi, che sia omosessuale, paura di una gravidanza, paura del motorino, paura che non sia capito a scuola, paura che sia preso in giro dai compagni, che sia dislessico, che a scuola si annoi. Paura di parlarci, paura... che abbia paura.
Questo è l'inizio dell'articolo di Paolo Sarti, in uscita sul prossimo numero di UPPA, un forte appello ai genitori perché cancellino i timori ingiustificati."
giovedì 17 ottobre 2013
Trucchi per bambine !
Io non ho bambine, ma se ne avessi, mi interesserebbe molto leggere questo articolo di "MammaMedico", che ringrazio per la collaborazione, per questo ho deciso di condividerlo con voi. A che età iniziare a far truccare le bambine, quali trucchi usare, quesiti attuali che penso ogni mamma si trovi a gestire nella vita quotidiana.
Ecco l'articolo:
Mascara e rossetto troppo presto: dermatiti in agguato
Non mi accusate di predicare bene e razzolare male, già con questo post faccio pubblica ammenda….
Ci sono caduta anche io, nonostante microba abbia solo 3 anni, le ho comprato i trucchi. O meglio li ho fatti comprare da Papà Chef (tanto per dividere con lui il malfatto!). In vacanza al lago microba ha giocato con bambine più grandi e la moda di quest’anno erano appunto trucchi e smalti; ogni pomeriggio la solita domanda “mamma mi posso truccare?” fino a quella che ovviamente aspettavo “mamma mi compri i trucchi?”. La risposta tanto per prendere tempo è stata “chiedili a papà quando torna venerdì sera”. Microba non ha posto resistenza ma ha memorizzato e la prima cosa che ha detto al pater familias appena arrivato è stata appunto “mi compri i trucchi?”. Papà Chef ignaro di tutto e preso solo dalle coccole della figlia ha acconsentito.
Tempo fa lessi testuali parole “ Le bambine giocano sempre più a fare le grandi e i loro esperimenti di make-up non sempre restano dentro i muri di casa, ma escono allo scoperto con la complicità delle mamma”. Palese il mio pensiero “io mai” soprattutto pensando che il problema per noi fosse prematuro. E pensare che avrei ormai dovuto imparare che con i figli non bisogna MAI, dire “MAI”. ( continua a leggere )
mercoledì 16 ottobre 2013
L’enuresi nel bambino
Parte da oggi una nuova collaborazione con la psicologa Eleonora Pellegrini, che con i suoi articoli e i suoi consigli, ci aiuterà nel difficile mondo dell'essere genitore.
Ecco una sua breve presentazione:
Mi chiamo Eleonora Pellegrini e vivo e lavoro a Pistoia.
Sono una psicologa (iscr. alb. 4783), laureata Psicologia Clinica e di Comunità all’Università di Firenze e formata in Psicologia Relazionale e Familiare.
Mi occupo di:
- difficoltà familiari, relazionali e di coppia (conflitti di coppia, miglioramento del clima familiare, supporto nei periodi difficili, ecc.);
- supporto nella gestione dei figli (come instaurare e mantenere un buon rapporto, superare i momenti di passaggio e di crisi, adolescenza e conflitti in famiglia, comportamenti devianti e disordini dello sviluppo, problematiche scolastiche e difficoltà di apprendimento, ecc.);
- problematiche individuali (ansia, depressione, elaborazione del lutto, distacchi familiari, dipendenze, separazioni, ecc.);
Svolgo sedute individuali, familiari o di coppia sia in studio che online.
Ho scelto la specializzazione in terapia familiare relazionale poiché credo che non si possa parlare di psicoterapia senza allargare e considerare lo spazio di vita della persona, poiché si possono fare grandi miglioramenti in seduta, ma tali miglioramenti devono essere contestualizzati, è necessario quindi conoscere non solo la storia della persona che viene in terapia, ma anche della famiglia, della coppia, dell’ambiente dove è inserita. Spesso infatti in seduta si presentano persone pensando di avere un problema, ma la maggior parte delle situazioni rivelano che il problema non è nelle persone, ma nelle risposte, nell’ambiente, nell’organizzazione dello spazio dove si trova ad interagire l’individuo.
Ecco il suo articolo, Marco non ha avuto questo problemuccio, ma penso sia molto attuale tra noi genitori:
L’enuresi
nel bambino
L’enuresi
notturna, o pipì a letto, è un fenomeno abbastanza comune: si
verifica almeno una volta al mese nel 10% dei bambini a 6 anni e nel
5% all’età di 10 anni.
L’enuresi
si potrebbe considerare “normale” fino all’età in cui il
controllo minzionale notturno potrebbe non essere ancora stato
acquisito, ovvero fino a 5-6 anni. Questi fenomeni di incontinenza si
verificano quando il bambino dorme e ha sonno profondo che lo porta a
non controllare lo stimolo. Se si verificano queste situazioni, non è
necessario sottoporre il bambino a trattamenti farmacologici. Diversa
è la situazione in cui il bambino continua a bagnare il letto dopo
gli 8 – 10 anni con una frequenza di almeno due volte a settimana.
Di solito si distinguono due tipi di enuresi: primaria quando il
bambino non è mai stato asciutto di notte, secondaria quando il
bambino, in precedenza abile a trattenere la pipì, inizia a bagnare
di nuovo il letto.
Utilissimo
fare vedere al bambino come vero e proprio “traguardo” l’alzarsi
durante la notte per andare al bagno, un altro consiglio è quello di
evitare di dare da bere ai bambini eccessive quantità di liquidi
nelle ore serali. Prima di farli andare a letto è sempre bene che i
bambini vadano alla toilette, inoltre, nel caso la mattina le
lenzuola siano bagnate, bisogna coinvolgere i piccoli, senza dare
l’impressione che sia una punizione, nel riassetto e nel cambio
delle lenzuola.
Dr.ssa Eleonora Pellegrini
psicologa
email: pellegrinieleonora@alice.it
lunedì 14 ottobre 2013
Il primo libro letto da Marco !
L'inverno scorso,una sera inaspettatamente, Marco mi dice: "mamma mi compri un libro", non credevo alle mie orecchie, subito ho chiesto il titolo di questo libro e lui mi fa "Un culetto indipendente" e poi mi racconta la storia è la prima volta che mi chiede, al posto dei soliti giocattoli, un libro, sta crescendo, finalmente, questo figlio. Incuriosita gli chiedo dove e come aveva sentito parlare di questo libro e lui mi risponde che ne avevano parlato in classe con la maestra. Il giorno dopo torna da scuola con un biglietto in mano, aveva chiesto alla maestra di scrivergli per bene il titolo del libro e l'autore, ancora più meravigliata io incomincio le ricerche di questo libro. Scopro che, sfortunatamente, è fuori produzione, bisognava ordinarlo, ma non assicuravano l'ordine, anche su internet non ho trovato quasi nulla, solo una casa editrice, che non conoscevo, lo aveva, ma le spese di spedizione erano maggiori del costo del libro. Potete immaginare il mio sconforto nel non poter soddisfare il desiderio di mio figlio e che desiderio !
Dopo qualche giorno, venni a sapere dell'inaugurazione di una biblioteca per ragazzi proprio vicino al mio ufficio. Un pomeriggio, Marco, accompagnato dal nonno, provò a vedere se almeno in biblioteca ci fosse questo libro da lui tanto desiderato e finalmente lo trovò.
Quando la sera mi ritirai a casa, Marco, tutto contento, mi viene incontro sventolando il suo libro.
"Finalmente Marco lo hai trovato, adesso però lo devi leggere" e lui "mamma, ma l'ho già letto tutto, domani lo restituisco alla biblioteca".
"Un culetto indipendente", racconta la storia di Cesare Pompeo un bambino monellino che fa sempre arrabbiare la sua mamma che spesso lo sculaccia e con un finale sorprendente che non vi voglio raccontare. Sicuramente Marco si sarà immedesimato in Cesare Pompeo e le sue marachelle e, spero, sia rimasto colpito dalla morale finale del libro.
giovedì 10 ottobre 2013
Frittelle curiose !
Avete mai provato ad usare la massa per fare le frittelle come se fosse plastilina ? Il divertimento è garantito e c'è il vantaggio che poi ci si può fare anche merenda con ciò che si è creato.
Infatti avevo in frigo un po' di massa, volevo farci una focaccia, ma poi l'idea..........
A casa c'era anche Christian che giocava con Marco, propongo l'idea e immediatamente li entusiasmo, forse anche per la merenda a base di frittelle che li attendeva dopo. C'era solo un problema, per farli giocare con la massa come se fosse plastilina, ci volevano gli stampini, io da cucina ne avevo solo uno, quello a forma di cuore, quindi perchè non lavare bene ed utilizzare le formette della plastilina ?
Così eccoli all'opera, prima stendo io la massa con il matterello e poi lascio spazio e creatività a loro:
I bambini sono stati davvero bravi, ecco il risultato finale:
Adesso tocca a me mettermi a friggere e anche con una certa velocità perchè i bambini sono affamati !
Buona merenda !
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